domenica 20 febbraio 2011

Sette volanti per arrestare il profeta dei campanili

Sette volanti per arrestare il profeta dei campanili


C' E' UN uomo in ospedale che per hobby costruisce campanili a forma di navicelle spaziali, perchè è convinto che la fede debba portarci lontano, in un altro sistema solare ("e sociale"). Sabato scorso è salito su un tavolino e si è legato a un albero in via delle Fornaci, a un passo dal Vaticano: gesto emblematico, voleva forse significare che la Chiesa di oggi, a un passo dal Giubileo, avrebbe bisogno di un po' della sua fede. Ma è arrivata la polizia e l' ha tirato giù, lui dice bruscamente, e adesso Luigi Miggiani si trova al Santo Spirito, reparto Baglivi, "medicina e non psichiatria" puntualizza, con un trauma al ginocchio destro dovuto alla caduta. Ha un ago nelle vene, con dentro acqua e sale, perchè dal 16 gennaio fa lo sciopero della fame. Ha 52 anni e da come parla non sembra certo un matto. Sicuramente è uno che crede in quel che fa, anche a costo di rimanere incompreso. Sabato sera la polizia deve avere un po' esagerato: "C' erano sei volanti qui, neanche dovessero arrestare Totò Riina - racconta scandalizzato il padre del cartolaio di via delle Fornaci, testimone dell' episodio - Sembrava una carica della polizia russa, quel poverino non stava facendo niente di male, un fotografo è stato subito allontanato in malo modo. Gridavano tutti. Un poliziotto giovane, sulla trentina, che sembrava il più esagitato, con un coltello ha reciso le funi, poi l' uomo è stato abbrancato e tirato via. Quando è caduto ha lanciato un urlo per il dolore, mentre gli agenti infierivano sui manifesti e sui cartelloni, strappandoli e calpestandoli con furia. Io che sono un vecchio democratico mi sono vergognato per loro". Il dirigente del commissariato Aurelio, Paolo Tiberti, fornisce una versione differente: "C' era il timore che l' uomo potesse compiere gesti estremi - dice - Pare che avesse già dato dei segni di squilibrio. Comunque sono critiche ingiuste: la polizia ha sempre torto, quando interviene e quando non interviene...". Probabilmente una parte di ragione ce l' hanno tutti. I poliziotti, che fanno una vita dura per strada e sono esposti a mille rischi, a mille tensioni. E il signor Luigi, che intanto in cima all' albero rivendicava convinto i suoi diritti.
FINO al ' 94 lui faceva l' imprenditore a Torino, progettista meccanico, poi gli si è sfasciata l' azienda e appresso anche la famiglia. Una moglie, due figli. A volte succede. Loro sono rimasti in Piemonte. Invece Luigi è tornato indietro, è tornato a casa, a Napoli, da dove era partito a 16 anni dietro a suo padre maresciallo di marina. San Giuseppe Vesuviano: la storia riparte da qui. Il suo "cuore sportivo - dice - da alfista" (la Giulietta color amaranto è ancora parcheggiata in via delle Fornaci, da sabato) riprende a battere per un' altra donna. Il signor Miggiani ricomincia a fare progetti. Intanto vuol sdebitarsi con la chiesa di Poggiomarino, il comune confinante, che ha ospitato la sede della sua ultima società. Decide che il regalo sarà un campanile. Ma prima bisogna recuperare la chiesa, fatiscente. Lui però non ha alcuna esperienza da muratore: per caso si arrende? No, giammai. Prende cazzuola e martello e si mette da solo a restaurare l' edificio dell' Assunta. L' altare di marmo col tempo è diventato nero, allora lo grattugia, lo fa tornare bianco. E non è finita. Fruga con amore nella vecchia soffitta, là trova degli antichi messali, 2500 pagine in tutto, le rimette in ordine, le rilega: la chiesa ha di nuovo la sua memoria storica. Cambia il parroco, però, nel frattempo. Arriva don Santo e dopo un po' arriva anche la cattiva notizia. Il "futuristico" campanile d' acciaio a 3 campane e 6 corde ("dal suono rivoluzionario e profetico") rimarrà dove si trova adesso, cioè da qualche parte per terra. La chiesetta dell' Assunta avrà un altro campanile oppure non ne avrà affatto. "Promesse non mantenute, ecco quello che più mi fa male", spiega Luigi col suo ago in vena, "non sono i soldi che voglio, non chiedo risarcimenti, anche se l' opera l' ho realizzata a spese mie". Ecco allora l' ultimo viaggio a Roma, con in tasca una lettera per il papa, contro quelli che considera cattivi esempi della cristianità, a due anni dal Giubileo. Il 16 gennaio chiede l' autorizzazione al Campidoglio, vuol fare tutte le cose in regola, il signor Miggiani, lui è un tipo preciso. Dice che la sua richiesta in Comune viene accolta col numero di protocollo numero 1578 e che la mostra al vigile urbano quella mattina stessa, in via delle Fornaci, quando il pizzardone gli va a chiedere i documenti. Il vigile confermerà. è così preciso, pignolo, il signor Luigi, che adesso dal suo letto d' ospedale alza lo sguardo e si mette a contare tutte le travi e gli spazi dell' ampio monumentale soffitto a cassettoni del nosocomio ("2800 cassettoni suddivisi in 14 spazi, 15 travi di interspazio grandi, 2450 traversette, 3276 chiodi dorati..."). Deformazione professionale: un progettista è abituato a fare calcoli tanto complicati. Gli infermieri del Santo Spirito si son fatti dare quei numeri e ieri li hanno giocati al Lotto.
                                                                
                                                        tratto da : Repubblica 27/01/1998- di FABRIZIO CACCIA

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